Estate 2025: la prima senza un vero tormentone?
C’è stato un tempo in cui bastavano le prime note per capire quale sarebbe stata la colonna sonora dell’estate. Dai grandi Festivalbar degli anni ’90 fino alle hit che monopolizzavano radio e spiagge nei 2000, l’estate aveva sempre il suo tormentone. Un brano che tutti conoscevano, che ci seguiva ovunque: in macchina con i finestrini abbassati, sotto l’ombrellone, persino nei supermercati.
Quest’anno, invece, qualcosa è cambiato. L’estate 2025 passerà alla storia come la prima senza un vero “tormentone” condiviso da tutti. Ma perché?
L’ascolto oggi è dominato dalle piattaforme digitali. Spotify, TikTok e YouTube hanno trasformato il modo di vivere la musica: ognuno ha la propria playlist personalizzata, e ciò che esplode su TikTok può restare confinato a una nicchia senza arrivare in radio. Risultato: tanti micro-tormentoni, ma nessuno che unisca davvero il pubblico.
Per anni le case discografiche hanno costruito singoli “a tavolino”: ritornelli facili, influenze reggaeton o latin pop, testi spensierati. Funzionava, ma oggi il pubblico cerca altro. Dopo decenni di format simili, la magia del tormentone sembra essersi consumata.
Un tempo era il Festivalbar a decretare la hit dell’estate. Negli anni più recenti, invece, erano le radio e i talent a imporre una canzone sopra tutte. Oggi, senza un evento catalizzatore, ogni singolo resta confinato alla sua bolla di pubblico.
Il pop internazionale guarda sempre più alla contaminazione, all’introspezione e persino a sonorità più sperimentali. In Italia, molti artisti pubblicano brani estivi, ma con l’attenzione più rivolta alle piattaforme che alla costruzione di un “pezzo da spiaggia”.
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Per capire la differenza, basta guardare agli scorsi anni:
• 2015 – Roma-Bangkok di Baby K e Giusy Ferreri: impossibile sfuggirle, dalla radio ai locali.
• 2017 – Despacito di Luis Fonsi: il tormentone per eccellenza, diventato fenomeno globale.
• 2018 – Amore e Capoeira di Takagi & Ketra con Giusy Ferreri: l’estate italiana non aveva bisogno di altro.
• 2021 – Mille di Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti: tre mondi musicali diversi uniti in una canzone che tutti cantavano.
• 2022 – La dolce vita di Fedez, Tananai e Mara Sattei: altro esempio perfetto di hit trasversale.
Questi brani non erano semplicemente canzoni: erano colonne sonore generazionali che ci accompagnavano nei viaggi, nelle serate, nelle feste.
Non è mancata la buona musica, ma è mancata l’unanimità. Non c’è stato un singolo capace di mettere tutti d’accordo, di diventare “il” simbolo dell’estate.
Forse è un bene: ognuno si è costruito la propria colonna sonora personale, libera da imposizioni discografiche. O forse è la fine di un’epoca, quella in cui bastava una sola canzone per sentirci parte di una stessa estate.
Da speaker e appassionato di musica, credo che questo passaggio sia un segnale del cambiamento dei tempi. Se da un lato mi manca quel senso di appartenenza che un tormentone sapeva creare, dall’altro mi affascina l’idea che oggi ognuno possa vivere un’estate con la propria colonna sonora personale. Forse non avremo più un’unica hit a unirci, ma continueremo ad avere la musica come compagna di viaggio, sempre diversa, sempre viva.



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