Angelina Mango - Caramè

Ci sono dischi che non si ascoltano soltanto: si vivono. Caramè di Angelina Mango è uno di questi. È un album che arriva senza preavviso ma con un’urgenza profonda, come se avesse bisogno di uscire adesso, subito, così com’è: imperfetto, sincero, pieno di vita vera. Angelina torna dopo il successo e la pressione, ma qui non cerca l’effetto, cerca sé stessa. E lo fa con una naturalezza che spiazza. Non vuole più dimostrare, ma raccontare. Ogni canzone suona come un frammento del suo diario, un pezzo di pelle e cuore trasformato in suono. “Caramè”, già dal titolo, profuma di casa, di dolcezza fatta a mano, di quella tenerezza che si dona solo a chi ci conosce davvero. È come un nomignolo affettuoso, un modo per dirci che stavolta Angelina si mostra senza filtri, con la sua voce, le sue fragilità e la sua forza. Dentro queste sedici tracce c’è un mondo che cambia, cresce, sbaglia, ma non smette mai di cercare la luce. Non è un disco costruito a tavolino: è vissuto, e si sente. Angelina qui non è solo interprete, ma autrice, musicista, produttrice, anima guida. Si percepisce la sua mano e quella di chi la conosce bene – il fratello Filippo, Dardust, Giovanni Pallotti – nel cucire un vestito sonoro che le sta addosso perfettamente. Il suo pop è pieno di sfumature: tra ballate intime e momenti più liberi, quasi giocosi. A volte sembra di ascoltare un flusso di pensieri, altre un grido trattenuto troppo a lungo. Caramè non vuole piacere a tutti, vuole arrivare a chi ha voglia di ascoltare con il cuore. Tra le tracce che restano dentro, “Velo sugli occhi” è il manifesto più sincero: parla di sguardi che si riaprono, di verità che fanno male ma liberano. Poi c’è “ioeio” con Madame, un incontro di due personalità forti e istintive che si fondono con naturalezza. “Le scarpe slacciate” e “Pacco fragile” raccontano la parte più tenera dell’essere umani, quella che inciampa ma non si arrende. “Nina canta”, invece, è una breve sospensione, una carezza sonora prima di ripartire. E “Cosicosicosicosì” chiude l’album con una dolcezza leggera, come se volesse ricordarci che non tutto ha bisogno di una spiegazione: a volte basta sentire. Ciò che colpisce di più è il coraggio. Angelina ha scelto di allontanarsi dalle “hit facili” per tornare a parlare con sincerità. Caramè è un percorso, non una corsa. È il suono di chi vuole fare pace con sé stessa, di chi accetta che la vita – come la musica – non dev’essere perfetta per essere vera. In ogni nota si percepisce la sua crescita, la sua urgenza di libertà, la sua fame di autenticità. C’è malinconia, ma anche tanta voglia di rinascita. E quando un’artista riesce a mostrarsi così, senza maschere, vuol dire che ha già vinto. Caramè non è solo un album: è un abbraccio. Di quelli che arrivano piano, ma restano. Angelina Mango firma un lavoro maturo e sincero, con l’anima di chi ha deciso di non rincorrere più gli altri ma solo se stessa. È un disco da ascoltare tutto d’un fiato o poco alla volta, per farlo entrare dentro piano, come una confidenza tra amici. Per me Caramè è un 7,5 pieno, ma soprattutto è un segno. Quello di un’artista che non smette di cercare verità, anche quando costa fatica. E questo, nella musica di oggi, vale più di mille classifiche.

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